di Giovanni Pivetta
28 Marzo 2016
Bansky, global warming
Bansky: “Io non credo nel riscaldamento globale”

Il falso ideologico in atto pubblico del governo

«Fermare le trivelle è ideologico – ha dichiarato il Ministro per l’Ambiente Gian Luca Galletti – se vogliamo evitare di trivellare dobbiamo puntare sull’economia sostenibile». È falso ideologico in atto pubblico, se dichiari di possedere verità di cui non sei proprietario!

Integra il delitto di falso ideologico in atto pubblico, mediante induzione in errore della pubblica opinione e quindi di ogni cittadino, la condotta di colui o coloro che dichiarino pubblicamente di essere proprietario/i di informazioni e dati veritieri, sì da ottenerne in tal modo la legittimazione del proprio operato, non essendo però il/i proprietario/o ma soltanto il portavoce simulato di interessi altrui in ambito economico.

Il significato tout court di “Ideologico” è condizionato da idee preconcette, da pregiudizi…Io spesso mi chiedo se coloro che dicono di odiare le ideologie e in modo particolare l’ideologia comunista sanno di essere “portatori” convinti dell’ideologia liberista!

Liberismo e geopolitica il “nuovo” imperialismo

Perché lo Stato sceglierebbe di deregolamentare un determinato ambito economico? Per migliorare il proprio mercato e il proprio sistema-paese al fine di attirare maggiori capitali. Quindi per la nazione stessa? Perché uno Stato impone agli altri stati mercati aperti – come i governi coloniali ieri e quelli imperiali oggi, dal Regno Unito agli USA fino all’UE egemonizzata dalla Germania?

Non dubitiamo che una componente di fiducia nel liberismo-ideologia sussista, ma realisticamente non possiamo pensare che solo nel nome di un’ideologia sia stata creata la globalizzazione tramite il WTO, la MIFID e, temiamo, il TTIP. Si tratta in realtà di Stati forti che impongono politiche a quelli deboli ottenendo l’apertura di nuovi mercati a sistemi-paese più competitivi e con imprese nazionali più efficienti.

I nuovi strumenti militari che il mercato mette a disposizione dello Stato: la guerra economica e finanziaria, fatta di attacchi speculativi contro le borse e contro le valute di paesi obiettivo e con il supporto di fondi di investimento e società di comodo vicine ai servizi segreti o addirittura di grandi finanzieri che si costituiscono “longa manus” della politica di alcuni Stati.

Il liberismo non è altro che un neomercantilismo ben più subdolo e pericoloso per l’interesse nazionale italiano e la geopolitica delle nazioni in quanto ammantato dell’ideologia salvifica del mercato.

Le guerre economiche e finanziarie e l’operazione TTIP

Come mai vi sono Stati che accettano l’apertura dei loro mercati correndo il rischio di diventare terra di conquista – di razzia – neocoloniale? Si tratta di Stati deboli, oggetto e non soggetto delle decisioni altrui, retti da classi dirigenti imbelli o corrotte. Gli Stati africani non possono che soggiacere al neocolonialismo attuato direttamente dalle grandi potenze o – per interposizione – dalle multinazionali.

Gli Stati “ribelli” vengono bersagliati da “rivoluzioni colorate”, attacchi speculativi, bombe vere e proprie. La debolezza dei paesi europei a debole struttura statale – a causa di corruzione generale e totale della classe politica e della debolezza dei bilanci – li rende inani nei confronti della Germania.

La debolezza dell’UE come entità politica rischia di renderla soggetta ai desiderata americani e all’operazione TTIP, il trattato che priverà di ogni protezione i mercati europei contro le più grandi, capitalizzate ed efficienti imprese americane che faranno trucioli delle nostre, si badi bene che il clima di scarsa trasparenza della negoziazione è di per sé sintomo di pericolosità.

E in Italia è crisi culturale

Guardate infatti come è disgregata la “sinistra” da anni. Forse perchè un pò di confusione tra liberismo, capitalismo, statalismo e connessi… si tende a farla. Ci si è fatti sedurre, ci si è fatti corrompere, e ci si è ben accomodati dietro certi modelli portati dal libero mercato.

La cosa peggiore secondo me è che, chi dichiara di odiare l’ideologia, non abbia la consapevolezza della propria dipendenza da essa, e quindi, finisce per non riconoscerne i mali peggiori e sostanziali, ma solo le manifestazioni più eclatanti, nel momento in cui si ritrova le tasche vuote e aspettative vane, per essersi viziati ad essa. La Crisi è culturale.

Il governo vuole privatizzare l’acqua pubblica e la Cdp

Ma attenzione alle “liberalizzazioni” ci stanno portando in una situazione in cui dei privati investono i soldi della collettività senza che quest’ultima possa decidere o controllare dove tale denaro va a finire. Ed infatti molto spesso esso va a finire in speculazioni private che non solo non apportano alcun beneficio ai cittadini “prestatori”, ma anzi spesso arrecano loro danni in termini di privazione di servizi che dovrebbero essere pubblici e beni che dovrebbero essere comuni.

È quello che sta succedendo con La Cassa depositi e prestiti e sta per succedere con l’acqua pubblica (si veda il Testo unico sui servizi pubblici locali di interesse economico generale) cioè la sconfessione della volontà di 26 milioni di cittadini che nel 2011 hanno votato “SI” a due referendum sull’acqua, determinando, con la vittoria del primo quesito, l’abrogazione dell’obbligo di privatizzazione di tutti i servizi pubblici locali e, con la vittoria del secondo quesito, l’abrogazione dei profitti dalla tariffa del servizio idrico integrato.
Approfondimenti:
Acqua pubblica: fermare le privatizzazioni

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