di Giovanni Pivetta
24 Gennaio 2019
Fai l’analisi strutturale a tutela della sicurezza dell'investimento immobiliare

Vuoi proteggere la sicurezza dell’investimento immobiliare?

È elevato il livello di vulnerabilità, anche sismica di tutti i fabbricati a 50 anni (prima del 1969) dalla data di collaudo delle strutture. Il Certificato di idoneità statica (CIS) e l’Attestato di classificazione sismica (ACS) garantiscono le condizioni di sicurezza delle strutture portanti di un edificio o fabbricato secondo le norme vigenti. Cosa significa? Che permettono di verificare e certificare nero su bianco la sicurezza di un immobile in ogni zona d’Italia.

Perché fare il Certificato di Idoneità Statica dell’edificio

Il certificato di idoneità statica di un edificio è un documento, redatto ai sensi dei DD.MM. 15/05/1985 e 20/09/1985, che attesta le condizioni di sicurezza delle strutture portanti di un fabbricato, secondo le norme in vigore al momento della costruzione.

Si tratta di uno dei documenti che vengono richiesti ai fini del rilascio dell’agibilità, quando per un fabbricato non esiste o non è reperibile il certificato di collaudo statico ai sensi della Legge 1086/71. Un altro ambito, in cui è spesso richiesto, è il perfezionamento di una domanda di condono edilizio (sanatorie ex L. 47/85.). Nel secondo caso, è previsto il deposito al Genio Civile, a differenza del primo.

Il tuo edificio ha più di 50 anni, tutela il tuo investimento

Tutti i fabbricati, entro 50 anni dalla data di collaudo delle strutture, o in assenza di questo, dalla loro ultimazione, dovranno (previsto a Milano in forma obbligatoria dal nuovo regolamento edilizio a partire dal 2019) essere sottoposti ad una verifica dell’idoneità statica di ogni loro parte secondo la normativa vigente alla data del collaudo o, in assenza di questo, alla data di ultimazione del fabbricato, che dovrà essere certificata da un tecnico abilitato.

Ma più che un obbligo, vista la durabilità non eterna dei materiali edilizi e delle tecniche costruttive degli anni ’50/’60/’70, è una reale opportunità di tutelare la sicurezza del proprio investimento immobiliare.

Il certificato di stabilità degli edifici sarà introdotto prima in forma volontaria e poi si passerà ad una più organica disciplina diretta a salvaguardare la sicurezza dei cittadini e del patrimonio edilizio.

Questa certificazione attesta dunque le condizioni di sicurezza delle strutture portanti del fabbricato secondo le norme vigenti.
Il CIS prevede due livelli di certificazione:
Livello 1 – Analisi qualitativa del fabbricato. Nel caso risulti esaustiva e non evidenzi aspetti critici per la sicurezza, viene emesso il CIS.
Livello 2 – In caso il primo livello non sia superato, si procede con le indagini sperimentali e/o analitiche per valutare e definire come intervenire sulla struttura.

Il tecnico dovrà studiare la geometria del fabbricato, conoscere l’epoca di costruzione a cui risale e tutti gli interventi, da cui è stato interessato nel corso degli anni, come modifiche, sopraelevazioni ed ampliamenti. Dovrà compiere, poi, in sito, una serie di indagini, per conoscere le condizioni del terreno di fondazione, avvalendosi eventualmente della consulenza di un geologo, esaminare i materiali delle strutture e valutarne le resistenze.

Per prima cosa, quindi, bisognerà analizzare il tipo di strutture portanti che caratterizzano il fabbricato, che potranno essere in cemento armato, muratura, acciaio, legno o strutture miste. Il tecnico dovrà esaminare l’eventuale quadro fessurativo presente, verificando se sono presenti fessurazioni, lesioni, assestamenti strutturali, tutti elementi che possono essere indice di un eventuale dissesto presente.

In definitiva dovrà certificare sotto la propria responsabilità che le strutture non presentano evidenti vizi o difetti costruttivi, lesioni, dissesti o cedimenti fondali, che pregiudichino lo stato del fabbricato, e che l’immobile:

− possiede fondazioni in grado di sopportare i carichi ed i sovraccarichi in relazione alle caratteristiche fisiche e meccaniche del terreno;

− possiede strutture in elevazione in grado di reggere i carichi ed i sovraccarichi previsti dalle normative di settore;

− possiede orizzontamenti in grado di reggere i carichi ed i sovraccarichi previsti dalla normativa di settore;

− è staticamente idoneo per l’uso al quale è destinato.

Nel caso in cui ci fossero in atto dissesti, cedimenti o ci fosse il pericolo che si manifestino, il professionista dovrà indicare gli interventi di rinforzo o di adeguamento antisismico, che potrebbero rendersi necessari.

Quando si parla del Certificato di Idoneità Statica, non è solo importante farlo.
È indispensabile ottenerlo nel modo corretto da chi è in grado di fare una consulenza specializzata certificata.

Chi può redigere il certificato di idoneità statica?

Per ottenere questo documento è necessario rivolgersi ad un professionista, architetto o ingegnere, iscritto al proprio ordine professionale. A differenza del Collaudo statico, per la redazione del quale è richiesto che il professionista sia iscritto all’albo da almeno 10 anni, per la dichiarazione di idoneità statica, non ci sono limiti. Per il certificato di idoneità statica non occorre alcuna anzianità di iscrizione all’albo, a differenza del collaudo.

Il servizio ecosostenibile dell’analisi strutturale dell’edificio

Habitami Energy & Building Advisor ti consiglia di far redigere il certificato di idoneità statica da ingegneri o architetti – tecnici abilitati, professionisti iscritti all’albo da almeno 10 anni, in grado di valutare ed asseverare la sicurezza strutturale e il rischio sismico a cui è sottoposto un determinato immobile ed edificio.

Che cos’è il Certificato di Classificazione Sismica?

Il Certificato di Classificazione sismica è un documento, mediante il quale un tecnico abilitato va a valutare ed asseverare qual è il rischio sismico a cui è sottoposto un determinato immobile. E’ espresso in percentuale di IS-V o PAM. Difatti, per la determinazione della Classe di Rischio, si fa nel seguito riferimento a due parametri:

la Perdita Annuale Media attesa (PAM), che prende in considerazione le perdite economiche associate ai danni agli elementi strutturali e non, e riferite al costo di ricostruzione(CR) dell’edificio privo del suo contenuto

l’indice di sicurezza (IS-­‐V) della struttura, definito come il rapporto tra l’accelerazione di picco al suolo (PGA,PeakGroundAcceleraMon), che determina il raggiungimento dello Stato Limite di salvaguardia della Vita (SLV), capacità in PGA–PGAC, e la PGA che la norma indica, nello specifico sito in cui si trova la costruzione e per lo stesso stato limite, come riferimento per la progettazione di un nuovo edificio, domanda in PGA-­‐PGAO. L’indice di sicurezza (IS-­‐V) della struttura è meglio noto ai tecnici con la denominazione di “Indice di Rischio”.

L’attestazione è a carico del proprietario dell’edificio, singolo o costituente un condominio, deve essere depositata presso l’Ufficio del Genio Civile competente per territorio e deve essere eseguita da tecnici qualificati, con comprovate competenze specifiche nel settore.

Le classi di rischio Certificato di Classificazione Sismica

Sono state definite 8 classi di rischio: A+, A, B, C, D, E, F, e G. Gli edifici in classe G, si trovano nelle condizioni di rischio sismico massime previste, mentre se un immobile viene classificato con rischio A+ si trova nelle condizioni di rischio minime previste. La classe non indica altro che il grado di affidabilità sismica dell’edificio. L’indice di prestazione sismica scaturisce dall’analisi sismica del fabbricato, tenuto conto dell’ubicazione, della classe d’uso, delle caratteristiche costruttive, dei materiali strutturali impiegati, ecc.

Contenuti del Certificato di Classificazione Sismica

L’Attestato di Certificazione Sismica (nuovi edifici) comprende:
– i dati identificativi dell’edificio (ubicazione, dati catastali, dati georeferenziati);
– i dati identificativi del Progettista e Direttore dei Lavori (architettonici e strutturali), dell’Impresa costruttrice e del Collaudatore statico;
– i riferimenti alla Pratica strutturale depositata presso l’Organo competente;
– la scheda di sintesi attestante l’indice di prestazione sismica e la correlazione dei parametri di calcolo con i parametri di riferimento.

Certificazione sismica e l’opportunità del Sisma Bonus

La Certificazione Sismica è uno strumento indispensabile per ottenere le agevolazioni fiscali disposte per la realizzazione di interventi finalizzati alla riduzione del rischio sismico del costruito.

Il cosiddetto SismaBonus, infatti, prevede ingenti detrazioni fiscali sui costi sostenuti, fino al 31 dicembre 2021, per la sicurezza antisismica, dalle parcelle professionali per la verifica delle costruzioni all’esecuzione dei lavori di miglioramento strutturale.

Il provvedimento si applica a fabbricati adibiti a civile abitazione (sia prima sia seconda casa), a parti comuni o interi condomini nonché ad opere adibite ad attività produttive. Requisito essenziale è che gli immobili siano ubicati in zona a rischio sismico 1, 2 e 3, secondo la zonazione individuata dall’O.P.C.M. n. 3274/2003.

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