di Redazione
1 Marzo 2016
Vuoi i consumi energetici cambia la centrale termica

L’inefficienza della caldaia dell’edificio

La prima cosa che devi sapere è che quasi la metà di quello che paghi in bolletta lo butti via… Questo è sicuramente vero per i condomìni edificati prima del 1990. Ma non credere che anche per i più recenti le cose siano completamente diverse.

Visto che facciamo sempre esempi sull’involucro degli edifici, questa volta trattiamo un impianto di riscaldamento centralizzato in un edificio di 10 abitazioni degli anni ’80. Consideriamo uno schema di questo tipo, ricordando che ogni macchina o impianto ha un suo rendimento (rapporto tra il lavoro meccanico compiuto e l’energia fornita al sistema):

1. Il metano arriva alla caldaia (centrale di produzione) dalla rete di distribuzione esterna→ Il contatore quindi ti indica il 100% del metano che verrà utilizzato. In pratica quello che paghi.

2. La caldaia sfrutta il metano per produrre calore, ma essendo una caldaia piuttosto vecchiotta e inefficiente, il rendimento può essere nella migliore delle ipotesi pari al 75%. Quindi, di quel 100% di metano che paghi, subito butti via un 25%. Con una caldaia di nuova generazione sarebbe certamente possibile ottenere rendimenti decisamente migliori.

3. Il calore prodotto viene trasportato nei vari appartamenti attraverso la rete di distribuzione del fabbricato, tipicamente tubi di rame che trasportano acqua calda. Nella speranza che questi siano adeguatamente coibentati, il minimo desiderabile, questo impianto ha come minimo un’inefficienza del 12% (quindi un rendimento pari a 0,88, ossia 88%, nel migliore dei casi). Quindi, facendo la moltiplicazione del rendimento della caldaia con il rendimento della distribuzione, si ottiene: 0,75 x 0,88 = 0,66 → 66%.
Tutto chiaro fin qui? Non è molto difficile il concetto. L’impianto condominiale ha già sprecato il 44% del metano! Ma andiamo avanti.

4. Il calore “prosegue il suo viaggio” per arrivare nei singoli appartamenti. Purtroppo, come ben sai se vivi in un edificio degli anni ’70-’80, chi abita al primo piano ha spesso le finestre aperte d’inverno, chi abita all’ultimo muore dal freddo! Sto esagerando? Il quarto sistema che incontriamo dunque è la regolazione del calore per i singoli appartamenti. Un rendimento medio corrisponde a circa l’85%. Ripetendo quindi il nostro calcolo, aggiungendo il fattore moltiplicativo di 0,85, si ottiene un rendimento prima dei caloriferi pari al 56%.

5. I termosifoni non fanno altro che dissipare il calore che ricevono, per cui il rendimento è abbastanza alto, in quanto si perde solo un 2-3%
→ Dopo i termosifoni il rendimento è quindi pari a poco più del 54%!

Insomma, alla fine di questo “viaggio del calore” puoi considerare che:
• Hai pagato 1.800 euro all’anno di bolletta per il gas.
• Hai buttato via 828 euro per inefficienza dell’impianto complessivo.
• Solo 972 euro sono stati utili per l’effettivo riscaldamento e benessere invernale, ossia questo valore corrisponde al calore effettivo necessario per riscaldare il tuo appartamento.
Tutto ciò senza considerare le differenze tra primo piano e ultimo piano, perché si è tenuto conto di un valore medio (per la distribuzione).

Quindi basta sostituire la caldaia vecchia con una a condensazione?
Se hai seguito il nostro ragionamento capisci perfettamente da solo che la risposta è no. Non è sufficiente. Ma è una delle cose da fare.

È la priorità sostituire la caldaia?
Se la caldaia vecchia ormai è inservibile, troppo vecchia, fuori norma, ecc., è ovvio che dovrete cambiarla. Tieni presente che è possibile ottenere rendimento superiori al 95% con caldaie a condensazione di ultima generazione. Ma ripeto: la sostituzione della caldaia non è detto sia la soluzione. Ad esempio può essere molto sensato ed utile intervenire anche sulla regolazione, in modo da aumentare ancora il rendimento complessivo di tutto l’impianto di riscaldamento.

Fai attenzione al dettaglio di quanta energia effettivamente consumi
Dal calcolo precedente risultavano 972 euro necessari per il vero e proprio riscaldamento, mentre il resto era dovuto a dispersioni varie. Spreco di calore e quindi spreco di soldi. Posto che comunque nessun sistema potrà avere mai un rendimento del 100%, per quanto costruito bene, per ovvi motivi dettati dalla termodinamica, la domanda che devi porti è un’altra.

È possibile diminuire la necessità di consumare quasi 1.000 euro effettivi (ripeto, nell’ipotesi fantasiosa che il rendimento sia pari a quasi il 100%) di riscaldamento?
La risposta è certamente si. Se mi segui su questo blog ti sarai ormai annoiato a sentire sempre la stessa cosa. Scherzo, spero proprio che tu possa trovare interessanti questi argomenti, soprattutto se sei in una fase in cui devi decidere, magari con gli altri inquilini, se procedere a lavori di riqualificazione dello stabile e in che modo e misura.

Attraverso una diagnosi energetica, quindi, un tecnico specializzato potrà dirti se è più importante isolare l’involucro, rifare il tetto, sostituire la caldaia, intervenire sull’impianto di distribuzione (cosa abbastanza complessa e spesso sconsigliata) o sulla regolazione e contabilizzazione del calore, ecc.

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