Il primo risultato delle elezioni europee sarà la perdita della leadership climatica del Vecchio Continente. Una leadership che non era tecnologica, considerato che l’Europa aveva da tempo demandato la manifattura di massa alla Cina, ma politica. E questa leadership politica è stata bocciata dalle urne nelle tre maggiori economie dell’Unione Europea. Germania e Francia hanno avuto la doccia fredda della svolta a destra con i risultati del 9 giugno, mentre l’Italia, che sulle politiche conservatrici è sistematicamente all’avanguardia, la “svolta” l’ha avuta due anni fa, con la Meloni che ha vinto in questa tornata elettorale su tutta la linea. È stata l’unica leader di governo dell’UE a uscire indenne dalla contesa elettorale, ha chiesto un referendum nazionale “sul suo nome” e lo ha vinto, ha ridimensionato gli avversari interni e si presenta al G7 2024 come leader di statura internazionale, con il francese Macron e il tedesco Scholz decisamente ammaccati dai risultati delle destre estreme, nei rispettivi paesi. E a tutto ciò dobbiamo aggiungere l’Austria, dove il partito di estrema destra Fpo è il primo partito con il 25,4%.
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Biografia di Sergio Ferraris
Nato a Vercelli, giornalista professionista, scrive di scienza e tecnologia mettendole caparbiamente in relazione ai problemi ecologici e sociali. Si occupa di questioni energetiche, con particolare attenzione alle rinnovabili, la ricerca nel settore delle energie verdi e alle problematiche legate a nucleare e alle fonti fossili. È direttore responsabile della rivista QualEnergia di Legambiente, del portale QualEnergia.it e collaboratore, per le questioni energetiche, del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia.
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