
Le grandi imprese stanno cercando di condizionare la Commissione per difendere i propri profitti, nonostante l’evidenza delle gravi conseguenze dei “forever chemicals” sulla salute umana e sull’ambiente. Un’analisi pubblicata a dicembre 2024 dal Corporate Europe Observatory (Ceo) svela le strategie con cui l’industria chimica sta cercando di influenzare i lavori della Commissione per tutelare i propri interessi economici.
I Pfas sono sostanze chimiche utilizzate in svariati oggetti, ad esempio nei cappotti impermeabili, nelle pentole, nei frigoriferi, negli inalatori per l’asma e nella produzione industriale. Tali sostanze sono molto resistenti e persistenti nell’ambiente, il che significa che hanno enormi implicazioni per la salute umana. Nel 2023, l’indagine giornalistica Forever pollution project ha identificato 23mila siti contaminati da Pfas solo in Europa, con 20 impianti di produzione e più di 2.100 siti considerati “hotspot”.
Sono presenti nella maggior parte dei suoli, nei corsi d’acqua e persino nell’aria che respiriamo. Un problema che riguarda tutti noi, indipendentemente da dove viviamo. Il Ceo ha calcolato che i costi per la bonifica dell’inquinamento nei prossimi 20 anni potrebbero superare i duemila miliardi di euro, ovvero cento miliardi di euro all’anno.
Nel 2020, durante il suo primo mandato, Ursula von der Leyen aveva presentato una strategia in materia di sostanze chimiche sostenibili ambiziosa. “Tale strategia”, si legge sul sito dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa), ha l’obiettivo “di ridurre a zero l’inquinamento” e “mira a proteggere meglio i cittadini e l’ambiente dalle sostanze chimiche dannose”.
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Biografia di Maurizio Bongioanni
Classe 1985, è un giornalista freelance. Collabora con diverse testate locali e nazionali, italiane ed estere. Autore di documentari sul tema del consumo di suolo, attivista ambientale, musicista per passione.