
I continui disastri in varie parti del mondo ed in Italia impongono di accelerare sia le misure per adattarsi all’inevitabile emergenza climatica che quelle volte a ridurre le emissioni. Pensiamo alla situazione dolorosa delle alluvioni che si susseguono. Abbiamo costruito negli ultimi 150 anni seguendo regole del passato che non valgono più oggi.
Dobbiamo quindi correre ai ripari ed essere rigidissimi per quanto riguarda il futuro.
In Italia il Piano per la transizione ecologica (PTE) aveva fissato l’obiettivo di arrivare a un consumo netto del suolo pari a zero entro il 2030, anticipando di vent’anni l’obiettivo europeo, ma pare un obbiettivo svanito nel nulla. L’azzeramento del consumo di suolo doveva avvenire sia minimizzando gli interventi di artificializzazione, sia aumentando il ripristino naturale delle aree più compromesse.
Purtroppo tutto questo non è successo, anzi.
Secondo Paolo Pileri, docente di Pianificazione territoriale e ambientale al Politecnico di Milano, la Regione Emilia-Romagna dal 2006 al 2022 ha cementificato oltre 11mila ettari, ovvero 110 chilometri quadrati e quasi tutto, per giunta, in aree alluvionabili.
Ma anche sul fronte della riduzione delle emissioni climalteranti occorre accelerare notevolmente per essere coerenti con il target della neutralità climatica al 2050, un obbiettivo che l’Italia ha assunto assieme a 140 altri paesi. L’impegno, cioè, di riuscire a far funzionare un sistema industriale avanzato – industrie, trasporti, edilizia, agricoltura/alimentazione – con soluzioni ad emissioni nette zero. Fra 26 anni! Un obbiettivo ambiziosissimo che tutti i governi dovrebbero costantemente porsi come priorità.
La situazione è molto variegata, con paesi molto lanciati in questa prospettiva ed altri in forte ritardo.
Va detto comunque che ci sono interessanti novità che potrebbero facilitare un percorso considerato da molti praticamente improbabile.
La prima riguarda l’accelerazione del contributo delle rinnovabili, la seconda la mobilità elettrica.
Secondo I’Agenzia Internazionale per l’energia nel 2025 le energie pulite sorpasseranno su scala mondiale, oltre alla generazione da gas, anche quella da carbone. (Fig. 1)[1].
Questo boom delle installazioni pulite fa ritenere che siamo in presenza di un cambio di passo destinato a trasformare radicalmente gli scenari internazionali.
Anche la mobilità elettrica, come vedremo darà un importante contributo nel raggiungimento dell’obbiettivo di non superare l’incremento di 1,5°C indicato a Parigi alla COP 21 nel 2015.
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Biografia di Gianni Silvestrini
Gianni Silvestrini, Ingegnere, è impegnato sul fronte energetico da 30 anni lavorando come ricercatore al Cnr a Palermo e presso il Politecnico di Milano dove ha avviato il Master “Ridef – energia per Kyoto”.
È stato direttore generale del Ministero dell’Ambiente e consigliere per l’energia del Ministro Bersani. Ha vinto l’European Solar Prize per “lo straordinario impegno personale nelle fonti rinnovabili”.
Attualmente è presidente onorario del Coordinamento FREE, di Exalto energy&innovation, direttore scientifico di Kyoto Club e e di QualEnergia.