
Le emissioni di metano (un potente gas serra) causate dalla fermentazione enterica (in pratica, dal ruminare) delle mucche sono un problema per il clima planetario. Da qui un’ondata di articoli che esaltano la miracolosa tecnologia, con affermazioni tanto trionfalistiche (la mucca geneticamente modificata che non inquina) quanto false.
Hilda, infatti, è frutto di decenni di attività di normalissimi incroci (che è il modo con cui nei millenni abbiamo prodotto le varietà e razze domestiche). Come ricorda un sito specializzato “affermare in un titolo che ci sono bovine geneticamente modificate è quindi fuorviante e pericoloso. Per “geneticamente modificato” si intende infatti una profonda modifica del DNA di un organismo vivente attraverso l’inserimento di geni alieni o della stessa specie. Quanto avvenuto per la “mucca Hilda” non ha quindi nulla a che fare con
questo.”
Perché spacciare per OGM una “normale” mucca frutto di incroci tradizionali?
Continua a leggere l’articolo di Alessandro Giannì su greenpeace.org
Biografia di Alessandro Giannì
Direttore delle Campagne di Greenpeace Italia. Dopo la Laurea in Scienze Biologiche, ha svolto il suo Dottorato di Ricerca in Biologia dell’Evoluzione. È con Greenpeace dal 1991.