di Redazione
3 Marzo 2016
Prostituzione in Condominio, che fare se la vicina è una “squillo”

Da circa 18 mesi abbiamo una prostituta nel condominio. C’è un “via vai” a tutte le ore, e gente poco raccomandabile che viene introdotta (esempio: un “cliente” ha rubato i soldi dalla “ragazza”; è scappato saltando dalla finestra del primo piano e ha sfiorato un vicino nel cortile). L’amministratore ha fatto poco – una lettera ai carabinieri che non hanno fatto nulla – e dice che installare telecamere non è la risposta in quanto presentano problemi di privacy. Ho parlato col proprietario che sembrava “scioccato” dalla notizia che il suo inquilino usasse l’immobile in questa maniera, ma alla fin fine non l’ha cacciato. Vi chiedo non solo possibilità legali, ma anche suggerimenti generali. Grazie! Lettera Firmata

OdG Assemblea: prostituzione in Condominio

Nella storia dell’occidente, per la prima volta rischiano di diventare interessanti pure le riunioni di condominio. Sono quelle adunate, di solito tenute nell’atrio del palazzo – ché nessuno ha cuore di aprire le porte di casa: c’è sempre un vicino che sta sulle palle a un altro – dove si va ravanando tra millesimi e parti comuni, caldaie asfittiche e ascensori sussultanti – senza contare il cane dalla signora del quinto piano: piscia per le scale, la bestia. Al massimo un luogo di tigna, mai assolutamente un luogo di fasto.

Così, per dire, tutto è stato eroticamente rivalutato – ma si è mai sentito di un arrapamento per l’amministratore condominiale, di un’accensione di sensi piuttosto che di caldaia? Hanno beccato una coppia che nientemeno pomiciava dentro un confessionale, in chiesa, ma mai avvistati due avvinghiati durante la discussione per l’installazione dell’autoclave.

Un luogo di nessuna fascinazione, l’assemblea condominiale, di spalancata noia. Dovere condominiale andarci – la parola dice tutto, così che il genio di Carmelo Bene, per esempio, trovava apposita metafora per meglio calcare un preciso concetto: “La democrazia è condominiale…”. Ma potrà mai mutare la triste sorte, e il luogo del tedio perfetto potrà miracolosamente trasformarsi: a) in arena di accesi confronti; b) in spazio di peccaminose aspettative. Insomma, l’atrio come l’antro dell’inferno, dove il pensiero dell’atto impuro non meno del desiderio della donna d’altri (onestamente: di molti altri) potrebbe produrre uno scavalcamento su tematiche quali lo stato del vano scale e la soppressione del servizio di portierato.

Facciano pure in casa, se devono (e naturalmente se vogliono). Certo, il sussulto del buonsenso, fino a quel momento tutto impiegato nella disputa sull’antenna centralizzata, e magari pure il sobbalzo dell’ipocrisia. A occhio e croce, visti i dati – milioni e milioni di clienti – facile che nella discussione finisca pure un affezionato utente del nuovo inquilino.

Quelle che “la prostituta deve andarsene dal condominio”!

…Dalla parte di… – Blog di Eretica sul FattoQuotidiano –La prostituzione è un lavoro come un altro – Ecco un breve estratto del pensiero di chi il mestiere lo esercita… “Spettabile amministratore del condominio, veda di andarsene affanculo. Erano queste le parole che avevo voglia di scrivere dopo mesi di rotture di ovaie e mobbing da parte dei vicini. Quel che facevo era noto a tutti, io non ho mai nascosto niente. Pochi clienti, selezionati e discreti. Nessuno mai ha fatto scenate sul pianerottolo. Non c’è mai stato un incidente, rumori molesti, niente di niente.

Che cazzo te ne frega se per campare io voglio prostituirmi? La prima a lamentarsi fu quella del piano di sotto. Secondo lei in casa mia si camminava a tutte le ore, notte inclusa. Ed era tutto falso. A parte che i clienti li ospito sul letto e non in piedi a fare le maratone, ma poi io concentravo gli incontri durante la giornata proprio per non disturbare e per godere di un meritato riposo.

Quel che facevo a sera era cucinare, quindi puoi aver sentito, raramente, qualche rumore di stoviglia che scivola sul pavimento, o la televisione accesa, anche se io di solito usavo la cuffia. Perciò il problema non è il rumore, né il mio comportamento, ma i tuoi pregiudizi.” … Continua a leggere su AbbattoiMuri.

Che cosa fare se una condomina si prostituisce

Vi rammentiamo che la prostituzione non è reato. È reato lo sfruttamento e l’adescamento cioè mostrare le gambe per strada alle due di notte oppure tenere le ragazze a ore in una casa. Pertando la singola prostituta/o che esercita a casa senza protettore non commette reato e non può essere accusata di niente. E allora potete seguire la via dell’assemblea ma con attenzione perché nel regolamento del condominio vi dovrebbe essere anche il divieto di aprire studi medici, agenzie o studi professionali, che comportano lo stesso via vai altrimenti è discriminazione.

E a meno che il proprietario non sia a conoscenza dell’attività di meretricio e perseguibile per favoreggiamento della prostituzione la prostituta non può essere cacciata. Se il contratto dice tot anni a tot prezzo, registrato e cedolarizzato, mbeh non si può fare nulla. L’amministratore di un condominio può convocare una assemblea con il seguente ordine del giorno il seguente punto: integrazione regolamento di Condominio per divieto della prostituzione.

turbativa del decoro e della moralità La modifica è accordabile con un numero di voti che rappresenti la maggioranza degli intervenuti e almeno la meta del valore delle tabelle millesimali, motivazione: è una questione di decoro dello stabile e del vincolo di destinazione degli appartamenti. Impugnabile, ma per le ragazze dell’Olgettina è stato fatto.

E allora che cosa fare se una condomina si prostituisce… soluzione al problema …diventare clienti?!

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