
Lo scorso 13 giugno Codacons e UNC esultavano per il risultato raggiunto dai propri esposti fatti valere dall’Antitrust che ha sanzionato le cinque società più importanti d’Italia nel settore energia. I provvedimenti riguardano l’insieme delle pratiche commerciali definite aggressive violando «il diritto del cliente a ricevere un’adeguata ed effettiva assistenza e verifica dei propri consumi, prima di procedere al pagamento delle fatture contestate».
Nello specifico, i big dell’energia sono stati accusati di aver gestito inadeguatamente le istanze e le comunicazioni per la fatturazione dei consumi presunti, di non aver proposto la possibilità di rateizzare i conguagli onerosi e di aver tardato o mai restituito gli importi dovuti a vario titolo ai clienti. Enel è stata sanzionata anche per aver addebitato degli interessi di mora per tardivo pagamento in realtà non dovuti al gestore.
L’Antitrust ha tenuto conto del cambio di strategia adottato dalle società diversificando l’ammontare delle sanzioni rivolte a ciascuna di loro: Acea e Eni pagheranno 3,6 mln, Enel energia 2,9 mln, Enel servizio elettrico 2,6 milioni e la Edison 1,7 milioni.
L’Antitrust ha così concluso i quattro procedimenti avviati lo scorso luglio 2015 sulla base di numerose segnalazioni di singoli consumatori e di diverse associazioni di consumatori tali per cui è stato possibile dare il via all’individuazione e all’accertamento delle pratiche aggressive tramite la collaborazione dell’Aeegsi (Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico). Nelle attività ispettive, l’Antitrust si è avvalsa anche della collaborazione del Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza.
Il direttore e amministratore delegato dell’Enel Francesco Starace ha contestato le conclusioni dell’Antitrust «ritenendo la propria condotta in materia di fatturazione e procedure di riscossione dei crediti pienamente aderente ai più elevati canoni della diligenza professionale e del tutto rispondente alla normativa di settore. Inoltre le pratiche contestate fanno riferimento a una casistica estremamente contenuta, se comparata con il numero dei clienti serviti dalle società, circa 30 milioni, e con il numero delle fatture emesse nel periodo di riferimento, circa 250 milioni».