di Redazione
24 Gennaio 2019
Gilet gialli: Voi mi parlate della fine del mondo, io vi parlo della fine del mese

Erri De Luca: La costituzione non è un testo letterario…

Allo scrittore napoletano Erri De Luca non piace la proposta di Serena Pellegrino (SI) che vorrebbe introdurre all’art.1 della Costituzione il riconoscimento della bellezza come costitutivo dell’identità nazionale. «La costituzione non è un testo letterario ma un alleanza tra cittadini. Per proteggere la bellezza servono leggi e sentimenti»

Un’iniziativa che, cspiega la stessa Pellegrino, ha riscosso un grande entusiasmo e grande partecipazione sia nella società civile che in Parlamento. Entusiasmo che però non condivide lo scrittore Erri De Luca: «Non è una proposta interessante. Anche il metodo per lo scrittore e poeta napoleatano è sbagliato perchè «la bellezza nel nostro paese è mortificata nelle più svariate e offensive forme. Una riforma costituzionale è inutile. Per proteggerla servono sentimenti e leggi». Erri De Luca: la bellezza in Costituzione non è una proposta interessante

La proposta per altro si rifà in qualche modo all’idea della carta costituente americana, ma De Luca taglia corto, «nella costituzione americana è scritto il diritto alla felicità. Un poeta diceva invece che la felicità è un dovere. E secondo me ha ragione».

Tomaso Montanari: Carta e bellezza non fanno rima

Sulla falsa riga dello scrittore napoletano è Tomaso Montanari, storico dell’arte che insegna Storia dell’Arte Moderna all’Università ‘Federico II’
di Napoli. Gli stralci di questo testo, tuttavia, confermano come dietro l’apparente ingenuità della proposta ci sia la solita retorica del petrolio d’Italia: una retorica che ha in mente una bellezza da sfruttare, se non da prostituire. Intanto i principi fondamentali della Costituzione sono un sistema perfettamente equilibrato, che non c’è alcun motivo di alterare.

E poi questa retorica stucchevole ed estetizzante della “bellezza” (che “salverà il mondo”, secondo una frase di Dostoevskij decontestualizzata e ripetuta a vanvera) è superficiale, melensa, deresponsabilizzante, sviante. La Repubblica non tutela il patrimonio perché sia “bello”, ma perché ci fa eguali, liberi, umani. Il valore in gioco non è la bellezza, ma la cittadinanza.

E poi: chi non vede quanto sarebbe devastante sostituire al pane del lavoro la brioche della bellezza? Non ci potrebbe essere un messaggio più autolesionista e privo di mordente e di futuro.

Dopo un simile cambiamento non ci resterebbe che dire ai nostri ragazzi: “Non hai lavoro? È l’Italia, bellezza”.

Vittorio Sgarbi: riconosciamo la bellezza in Costituzione

Oscar Farinetti: la bellezza salverà l’Italia

Il mio segreto? Cerco sempre l’armonia e mi aspetto il bello da ogni cosa, anche da questa intervista (sorride, ndr). L’Italia è una repubblica fondata sulla bellezza. Dobbiamo migliorare la bellezza che abbiamo ereditato dai nostri padri attraverso il nostro lavoro. Come? Bisogna avere tenacia, essere inguaribili ricercatori di armonia. E creare aziende globali. Se parti e vai a portare il Made in Italy nel mondo ce la fai. Tutti vogliono mangiare italiano» commenta Farinetti.

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