di Redazione
24 Gennaio 2019
Nel Mondo si fa strage dei difensori dell'ambiente ogni anno
(•) 83 i dati finali del 2018 registrati da The Guardian in collaborazione con Global Witness.

Nell’ultimo anno, in collaborazione con Global Witness, il Guardian ha tentato di registrare la morte di tutte queste persone, siano essi ranger della fauna selvatica nella Repubblica Democratica del Congo o attivisti indigeni per i diritti alla terra in Brasile. A questo ritmo attuale, è probabile che quattro difensori ambientali saranno uccisi questa settimana da qualche parte sul pianeta.

Luoghi più pericolosi per i difensori ambientali

Dall’inizio del 2015, in Brasile sono morti 145 difensori della terra e dell’ambiente: il numero più alto sulla Terra. Molti degli omicidi erano di persone che cercavano di combattere il disboscamento illegale in Amazzonia. Le Filippine sono al secondo posto nella lista, con 102 morti in tutto. L’Honduras rimane il paese più pericoloso per essere un difensore, con più uccisioni pro capite che altrove.

Cosa sta causando questa violenza?

La risposta breve è: industria. Le industrie più mortali contro cui combattere erano l’agrobusiness e l’industria mineraria. Il bracconaggio, le dighe idroelettriche e il disboscamento sono stati anche i fattori chiave della violenza, ha rilevato la Global Witness. Molti degli omicidi registrati si sono verificati in villaggi remoti nelle catene montuose e nelle foreste pluviali, con le comunità indigene più colpite.

I mandanti dell’assassinio di Berta Cáceres restano impuniti

Nella notte tra il 2 e il 3 marzo 2016, due uomini armati hanno fatto irruzione nella casa dell’attivista honduregna assassinandola. Fondatrice del Copinh (Ong per la difesa dei diritti umani) Berta Cáceres si era opposta alla costruzione della Centrale Idroelettrica Agua Zarca.

Il processo e le condanne. Il 29 novembre 2018, dopo due anni di pressioni internazionali, indagini ufficiali e parallele, la corte del Tribunale penale nazionale di Tegucigalpa (la capitale dell’Honduras) ha emesso la sentenza di condanna per sette degli otto imputati per l’omicidio di Berta.

Di queste sette persone, due sono funzionari o sono stati funzionari di Desa mentre quattro sono militari o ex militari dell’esercito della Repubblica dell’Honduras.

Sergio Ramón Rodríguez è stato il direttore dell’area sociale e ambientale di Desa, considerato uno dei principali responsabili delle infiltrazioni in seno alla comunità indigena lenca al fine di garantire il consenso intorno al progetto e la sorveglianza di Berta Cáceres e altri membri del Copinh.

Douglas Geovanny Bustillo è un ex tenente dell’esercito addestrato negli Stati Uniti che fino al giugno 2015 è stato capo della sicurezza di Desa, ritenuto una delle menti dell’agguato.

Mariano Díaz Chávez è maggiore delle forze speciali di sicurezza dell’Honduras, anch’egli addestrato negli Stati Uniti, implicato in traffico di armi e droga. Henry Javier Hernández, sergente delle forze speciali sotto il comando di Diaz, è considerato il selezionatore e il capogruppo dei sicari che hanno realizzato l’omicidio.

Gli altri tre nomi sono quelli di Edilson Duarte Meza, Edwin Rapalo e Oscar Torres, ex militari. Il 10 gennaio il tribunale comunicherà l’entità delle condanne, fino a tale data i sei sono sotto regime di carcere preventivo.

La sentenza condanna gli esecutori materiali dell’omicidio e alcuni membri della struttura intermedia che ha organizzato l’attacco. Si è anche evidenziato come questi ultimi avessero un legame diretto con DESA. Purtroppo i mandanti sono ancora liberi e godono d’impunità».

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