di Redazione
28 Marzo 2019
EMANUELE BOMPAN Altro che giornata mondiale: le acque italiane sono un disastro
La qualità dell’acqua che in varie regioni del Paese rimane insufficiente

Fa acqua da tutte le parti, verrebbe da dire, parlando del sistema idrico italiano. Aumenta il consumo idrico, diminuisce la disponibilità a causa dei cambiamenti climatici – nevica meno, piove meno – e peggiora la qualità delle acque e degli ambienti acquatici a causa di una pessima gestione. E l’estate 2019 si preannuncia essere come quella 2017: fortemente siccitosa e a rischio allarme idrico. Basta vedere il fiume Po in questi giorni: il livello è 7 metri sotto il livello idrometrico. Sulle sponde emiliane sembra di essere ad agosto, invece che a marzo. Le avvisaglie per una crisi idrica alle porte ci sono tutte. Ma il sistema Paese sull’acqua continua a rimanere completamente inattivo e poco propenso a una cabina di regia seria, troppo spesso frammentata nella pletora di autorità a cui l’acqua è di competenza (autorità di bacino, Arpa, ministeri, ecc), oppure incapace di anticipare trend futuri in maniera strategia (adattamento ai cambiamenti climatici). Con la conseguenza che nei prossimi anni ci costerà altri punti di Pil.

Si parte dalla qualità dell’acqua che in varie regioni del Paese rimane insufficiente. Basta vedere la nota della Commissione EU dello scorso ottobre, dove si denuncia all’Italia il mancato svolgimento del riesame delle zone vulnerabili ai nitrati (da fare ogni 4 anni), il monitoraggio acque e l’adozione di misure supplementari in un serie di regioni interessate dall’inquinamento da nitrati. Sotto accusa sempre più spesso l’agricoltura insostenibile e l’uso estensivo di pesticidi e fertilizzanti e la concentrazione sempre crescente di microplastiche nelle acque nostrane.

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Biografia di Emanuele Bompan

Emanuele Bompan è giornalista e geografo. Si occupa di cambiamenti climatici, energia, green-economy, politica internazionale, politica americana. Vive tra Washington D.C. e Milano, dirige “Materia Rinnovabile” e collabora con testate come “La Stampa”, “BioEcoGeo”, “GQ”, “Equilibri”, “La Nuova Ecologia”. Ha un dottorato in Geografia e collabora con ministeri, fondazioni e think-tank. Offre consulenza a start-up green e incubatori specializzati in clean-tech.

Tra i suoi scritti: “Bioarchitettura”; “Il mondo dopo Parigi. L’accordo sul clima visto dall’Italia” (con Sergio Ferraris); “Che cosa è l’economia circolare” (con Ilaria N. Brambilla). Ha vinto per quattro volte l’European Journalism Center Grant, una volta la Middlebury Environmental Journalism Fellowship ed è stato nominato ‘Giornalista per la Terra’ 2015. Ha svolto reportage in 70 paesi, sia come giornalista che come analista.

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