di Tabula Rasa Srl
29 Luglio 2015

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E può capitare che quando si cerca di fare informazione circa i diritti degli utenti (è il caso di Habitami) all’interno delle città come delle assemblee condominiali, “solo nel 30% dei casi gli amministratori sono concordi, rivelandosi professionisti interessati a dialogare”. Nel 70% dei casi si perde, quindi, l’opportunità di far capire che non è corretto ottimizzare solo il proprio appartamento, ma occorre “pensare alle parti comuni per valorizzare nel complesso l’edificio”.
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Fermo restando la multidisciplinarietà e la trasversalità della materia efficienza e assodate le esigenze delle singole territorialità, in una società che fa della partecipazione e della condivisione il proprio mantra, emerge l’attrattività delle proposte a tendenza sociale: “Sul sito Habitami la campagna “Io condivido il condominio” dimostra che alcune aziende vogliono mettere a disposizione l’asciugatrice, esulando il singolo dall’adozione di elettrodomestici – spiega Pivetta -. C’è anche la possibilità di installare negli spazi comuni una casa dell’acqua: le imprese forniscono impianti innovativi per gasarla o filtrarla. Infine possiamo pensare all’edificio come luogo di condivisione ad esempio per il wifi e l’adsl”. Però? “Però bisogna convincere le persone che questi interventi sono utili, anche perché alcuni utenti sono molto egoisti e non adottano la logica della condivisione. Bisogna declinare l’efficienza come qualcosa di cool, anzi meglio: di fashion”.
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