di Cristiana Ceruti
1 Aprile 2016
L'Ecologia nell'amore

Mai con uomini che non amano l’ambiente…

Se gli Italiani dichiarano un’elevata disponibilità a cambiare le proprie abitudini per favorire la riduzione dei gas serra, complessivamente l’85%. Per più di un terzo si tratta di una disponibilità accentuata (36% molto o moltissimo), per quasi la metà (49%) di una disponibilità più contenuta (abbastanza) ma comunque orientata in positivo.

A questa elevatissima preoccupazione, però, corrisponde una altrettanto diffusa insoddisfazione per l’informazione da parte dei media, con un 36% che addirittura ritiene di aver ricevuto “poca o nessuna informazione”.

L’ecologia non è solo un tema “caldo” dell’agenda politica, ma anche una questione di coppia: le donne a dimostrano di essere più attente e sensibili sui temi ambientali e del risparmio energetico.

Il 91% del campione femminile dichiara che non potrebbe mai stare con un uomo che non ha nessuna sensibilità per l’ambiente. L’attenzione sulle tematiche ambientali si riflette anche nei comportamenti quotidiani: per il 42% delle donne italiane, infatti, è molto importante fare bene la raccolta differenziata, mentre per il 21% al primo posto c’è il risparmio energetico. Infine, il 16% ritiene fondamentale evitare lo spreco d’acqua nella vita domestica.

Insomma, adesso le questioni ambientali, se non nelle agende degli italiani, dovranno finire nella testa di partner e pretendenti perché è meglio ampliare già da subito il discorso agli uomini che, dati alla mano, sono i principali contributori all’inquinamento globale.

Fossili e Zootecnia le maggiori fonti d’inquinamento

Il 2015 è stato l’anno più caldo mai registrato sulla Terra – secondo il GISS della NASA e il NOA – che hanno lanciato l’allarme confermando che con il 2016 assisteremo a un nuovo Record. I dati esistono dal 1880, guarda l’evoluzione del riscaldamento globale fino ai giorni nostri.

L’indagine è del Fondo Monetario Internazionale che ha stimato per i sussidi erogati al fossile nel 2015 un costo complessivo di 5,3 trilioni di dollari. Secondo l’Fmi, i sussidi alle fossili sono superiori alla spesa sanitaria rilevata nel Pianeta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il solo inquinamento, rileva l’analisi, genererebbe costi complessivi, a partire da quelli per la salute, per oltre 2.700 miliardi di dollari. Un’enormità.

L’abolizione dei sussidi al fossile, rileva l’organizzazione, porterebbe a «un taglio delle emissioni di CO2 pari al 20% del totale» oltre che a una riduzione “del 50% del numero di decessi prematuri dovuti all’inquinamento dell’aria» salvando «circa 1,6 milioni di vite all’anno».

Zootecnia, è il dilemma dell’onnivoro tra vacche allevamenti e clima, guarda Cowspiracy: The sustainability secret che documenta l’impatto devastante dell’industria animale sull’ambiente. Vi farà certamente riflettere e non solo…

Io tu noi tutti salviamo il pianeta dall’uomo, perché il pianeta è in prognosi riservata, e non solo per ragioni finanziarie ed economiche. Ben più grave è la convalescenza che discende dalla sconsiderata mercificazione che si continua a fare delle sue risorse e dei suoi spazi, in tutte le regioni del mondo.

Incentiviamo cittadini, imprese, società, investitori istituzionali ed enti pubblici a disinvestire da titoli azionari e obbligazionari o da fondi di imprese che estraggono e commercializzano carbone, petrolio e gas.

Perché se vogliamo vivere meglio e abitare ecosostenibile rispettando la Terra non possiamo permettere che i maggiori responsabili dell’inquinamento ambientale e dei cambiamenti climatici in corso chiedano e ricevano sussidi e risorse da investire.

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