di Redazione
23 Aprile 2016

Gli Stati Uniti ratificano l’accordo della Cop 21

Sia la Cina che gli Stati Uniti, primi produttori al mondo di emissioni di gas serra, si sono impegnati ad adottare formalmente l’accordo entro la fine del 2016. Creando così l’aspettativa per un esecuzione del trattato di Parigi ben più rapida del previsto. Il Segretario di Stato americano John Kerry ha portato il suo giovane nipote insieme alla cerimonia di firma presso la sede delle Nazioni Unite a New York, seduta sulle sue ginocchia, ha messo nero su bianco, in un gesto simbolico per sottolineare l’importanza del patto per le generazioni future. Questo sarà un testo scritto in modo irreversibile nel diritto internazionale.

Ora è il momento per un’azione senza precedenti. Molti paesi hanno ancora bisogno di un voto parlamentare per approvare formalmente l’accordo, che impegna le nazioni a frenare l’aumento globale delle temperature a “ben al di sotto” 2 gradi rispetto ai livelli pre-industriali. Ma perché il patto sia pienamente attuato, gli attuali tagli di gas serra sono insufficienti per limitare il riscaldamento al massimo concordato.

Il senso di urgenza è accentuata dalle statistiche. I primi tre mesi del 2016 hanno battuto tutti i record di temperatura, guarda i dati dal 1880 ad oggi, e il 2015 è stato l’anno più caldo del pianeta da quando sono cominciate nel 19° secolo, con le ondate di calore, siccità e innalzamento del livello del mare. E nonostante il record della CO2 nel 2015, ancora proseguono gli aiuti e i sussidi alle fossili.

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